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Il Caso Giuliani . Visionario o Profeta?

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Continuiamo con la pubblicazione di video relativi all'argomento di stretta cronaca che sta facendo il giro del mondo parallelamente ai tragici eventi che stanno affligendo il nostro Abruzzo.

Come già scritto ieri, dopo aver interamente visionato i video e letto gli articoli di stampa riportati di seguito, ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni !


1^ Parte


2^ Parte


Il Terremoto in Diretta !



Estratti articoli di stampa del 08.04.2009


"Dovranno rispondere di calunnia coloro che hanno denunciato per procurato allarme Giampaolo Giuliani, il ricercatore presso i Laboratori nazionali del Gran Sasso che pochi giorni fa aveva previsto il terremoto che ha flagellato l'Abruzzo". Lo afferma il Codacons, in una nota, spiegando che "presentera' oggi stesso una nuova denuncia contro ignoti alla Procura della Repubblica dell'Aquila, in cui si chiede di aprire delle indagini per calunnia e violenza privata".
"Il reato di calunnia e' ipotizzabile verso coloro che hanno sporto denuncia per procurato allarme contro Giuliani il quale, come si e' visto, aveva pienamente ragione e potrebbe essere stato ingiustamente diffamato", spiega il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi. "La fattispecie di violenza privata, invece -continua Rienzi- potrebbe configurarsi, se la magistratura lo riterra' necessario, verso coloro che, senza verificare se le affermazioni del Giuliani fossero fondate o meno, hanno avviato l'azione e posto sotto indagine il ricercatore il quale, intimidito da tale azione nei suoi confronti, ha desistito dai suoi intenti a tutela della popolazione locale".
Intanto il Codacons "chiede le dimissioni di tutti i componenti della Commissione Grandi rischi che proprio la settimana scorsa si era riunita all'Aquila per valutare il rischio sismico in Abruzzo, e avvia la raccolta di adesioni dei cittadini per lo scioglimento di tale ente sul blog www.carlorienzi.it". Adnkronos


Il “profeta” Giuliani: «Ho avuto paura, chiedo scusa» di C. Paglieri (Il Secolo XIX)
«Mi sento responsabile della morte di 200 persone e chiedo scusa a tutta la cittadinanza... chiedo scusa a tutti i morti che ci sono stati perché sono stato io un coglione a cercare di seguire la strada che mi avevano imposto». Il giorno dopo il terremoto, il ricercatore Giampaolo Giuliani si sfoga con Affaritaliani.it e spiega che invece di dar retta al capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e al direttore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Enzo Boschi, secondo i quali non è possibile prevedere i terremoti, avrebbe dovuto insistere nel lanciare l’allarme. Giuliani è un «non laureato»,un visionario che grida al lupo nel momento e nel luogo sbagliato, come sostiene l’intera comunità scientifica? O è qualcuno che studiando il comportamento del gas radon può davvero annunciare in anticipo un terremoto, con una certa precisione spaziale e temporale? La gente, che il terremoto l’ha subìto, sembra dalla sua parte, anche se qualcuno ieri lo avrebbe addirittura minacciato di morte per non essere stato avvisato. «Non sapevo che cosa fare - spiega lui - con la paura che mi era stata inculcata con questo avviso di garanzia. Io sono riuscito a mettere in salvo solo la mia famiglia. Vedevo dai dati che stava montando un terremoto fortissimo e non avevo neanche tanto tempo a disposizione ma me ne dovevo fregare dei Boschi e dei Bertolaso. Loro non sono a conoscenza delle possibilità della macchina che noi abbiamo messo in funzione e della nostra rete. Quindi capisco la loro ignoranza, non avendo informazioni precise. Con le loro conoscenze non possono dire diversamente perché non sanno».
Giuliani ha ricevuto un avviso di garanzia per procurato allarme dopo aver annunciato un terremoto per il 29 marzo, evento che poi non si è verificato. Sul balletto di date e luoghi fatto nei giorni scorsi, e sulle accuse di avere sì previsto un sisma, ma dieci giorni prima e a Sulmona, il ricercatore fornisce la sua versione con pignoleria: «Il 28 marzo mando un’e-mail al sindaco de L’Aquila e a uno dei responsabili della Protezione Civile, la sera verso mezzanotte-l’una, dicendo loro che nella mattina successiva, il 29, avremmo avuto un sisma di 2,2-2,4 all’Aquila perché il sindaco mi aveva chiesto di mandargli dei messaggi se avessi visto degli eventi che potevano superare una certa soglia di magnitudo. Avevo notato - prosegue Giuliani - un carico di energia che ci faceva prevedere un evento più forte ma a 50-60 km da L’Aquila per cui ho detto di dormire tranquilli e di non preoccuparsi. La mattina dopo c’è stato il terremoto a Sulmona e allora dico al mio sindaco di chiamare il suo collega di Sulmona dicendogli che abbiamo la possibilità di monitorare la situazione. Lui mi dice chiaramente di sì e di chiamarlo e di mettermi a disposizione». «Alle 15 dalle macchine vedo che il radon scende - aggiunge Giuliani - e alle 15 e 30 dico all’assessore alla Protezione Civile che dalle nostre macchine si evidenzia che c’è stato durante il terremoto un rilascio completo di energia. So che la popolazione è molto preoccupata ma può tranquillizzare tutti e andare a casa. Non li ho più chiamati - conclude Giuliani - e la mattina dopo ho avuto un avviso di garanzia per aver detto al sindaco che ci sarebbe stato un evento catastrofico più forte di quello della mattina. Voglio farlo sapere a tutti i cittadini, anche a quelli che sono morti, come sono andate le cose». Che la gente stia istintivamente dalla parte di Giuliani è abbastanza logico: lui dà una speranza di salvezza, magari infondata, mentre nell’immediatezza del lutto i sismologi “ufficiali” sembrano personaggi inutili, che si limitano a compilare statistiche sui morti, dirci quale gradino della scala Richter è stato raggiunto, e aggiungere una punta di rosso sulla cartina nella zona dove c’è stato il sisma. Un ruolo ingrato e frustrante, specialmente pensando a quanti passi avanti sono stati fatti in altri campi della Scienza, meteorologia compresa. Dopo la nuova forte scossa di ieri, arriva per agenzia l’opinione del sismologo Giuseppe Luongo dell’Università di Napoli, che ipotizza si tratti di un nuovo evento sismico e non di una replica, così che potrebbero esserci altre scosse maggiori; mentre dopo quattro minuti Enzo Boschi spiega che questo evento fa sperare in «scosse successive decrescenti». Il futuro è un oracolo che può essere interpretato in modi opposti. In Abruzzo, mentre la seconda notte sta scendendo e la terra continua a tremare, chi dorme in una tenda o in macchina guarda a Giuliani come i malati incurabili guardavano al professor Di Bella. Una Scienza che non dà speranza è soltanto una religione più crudele.


Giuliani, l’oracolo del terremoto che ha sbagliato ogni previsione di F.Novella (Il Giornale)
Dopo aver preteso le «scuse» degli scienziati di tutto il mondo, e aver dichiarato che tanti «avranno sulla coscienza il peso dell'accaduto», adesso il signor Giampaolo Giuliani, cioè colui che gli ipocriti e certi sprovveduti di Facebook venerano come l'oracolo del terremoto, si mette a fare l'eroe: «Mi sento responsabile di duecento morti». E subito tutti a gridare al miracolo dello stregone sismico. Nel partito di Di Pietro vanno abbaiando che «non sono state prese le precauzioni necessarie» e quelli di Rifondazione chiedono le dimissioni di Bertolaso. Il Codacons dice che chi a suo tempo ha denunciato il ricercatore per procurato allarme «adesso deve pagare». Nessuno che riveli la pura e semplice verità: e cioè che Giuliani si è semplicemente sbagliato. Lui, con il suo macchinario che scruta la terra in base alle emissioni di radon, ha toppato. E mica solo una volta: no, si è sbagliato ripetutamente. Vediamo di ricapitolare.
Come ammesso dall'interessato, lui il terremoto vero lo prevedeva in realtà il 29 di marzo con epicentro a Sulmona, che dista più o meno 60 km dalle zone aquilane. Parecchio più in là, e parecchio prima. Eppure il tecnico assicurava massima precisione circa luogo e data, sottolineando che in base ai dati raccolti «sarà un disastro». Il 25 marzo però ci ripensa, e in base ai dati raccolti dice a una tv locale: «Voglio rassicurarvi, con la fine di marzo lo sciame sismico sparirà». Comunque sia: nel giorno della profezia a Sulmona non c'è stato nessun disastro, ma solo una serie di piccole scosse. Quella mattina stessa Giuliani se ne inventa un'altra: telefona prima al commissariato di Sulmona e poi e ai vigili urbani sostenendo che nel pomeriggio, sempre in base ai dati raccolti, ci sarebbe stato davvero il disastro. Capirai: si sparge la voce, a Sulmona scoppia il panico. Tanto che il sindaco Fabio Federico rientra precipitosamente da Roma: «Giuliani mi ha annunciato un sisma devastante, non sapevo cosa fare: evacuare o far finta di nulla?». Ecco: se avessimo dato retta a Giuliani, Sulmona sarebbe stata evacuata nove giorni fa. Inutilmente. E con buona probabilità gli sfollati sarebbero stati trasferiti a L'Aquila, e forse oggi sarebbero sotto le macerie. È per questo, cioè per aver sconvolto per niente la città sbagliata che Giuliani è stato denunciato per procurato allarme. I famosi dati raccolti non convincevano più nessuno: del resto, a dire che «prima o poi la terra trema» son capaci tutti. D'altra parte è da metà gennaio che l'Abruzzo è soggetto a piccole e medie scosse: e non dimentichiamoci che l'Italia è per il 45% territorio sismico. «Prima o poi» è chiaro che un terremoto arriva: ma una profezia che mi prevede il posto sbagliato al momento sbagliato ci pare ben poco scientifica. Com'è ben poco scientifico il lessico di questo perito chimico che adopera toni da premio nobel: «Questi scienziati canonici! Bugiardi, lo sapevano che i terremoti potevano essere previsti», dice lui, invocando una sorta di P2 dei sismologi che cerca di incastrarlo. Da ultimo, oggi Giuliani dice che aveva previsto tutto, luogo e data e chili di macerie, come no, sempre in base ai fantomatici dati raccolti: ma non ha lanciato l'allarme perché intimorito dagli avvisi di garanzia. Ora, scusate, ma qui a latitare non è solo la correttezza dello studio: ma anche la sobrietà dell'uomo di scienza. Piuttosto prevale quella certa arroganza di chi vuole avere ragione a tutti i costi, o perlomeno in tempo utile perché i riflettori dell'informazione possano illuminarlo.
Certo, poi sarebbe bellissimo. Sarebbe meraviglioso se, mentre reggimenti di cervelloni californiani e giapponesi s'arrovellano da decenni sulle placche tettoniche, ti si presentasse un diplomato aquilano che di punto in bianco scopre la formula matematica del sisma. Ma la realtà è che quando Giuliani annunciava il disastro, il disastro non c'è stato; quando lo escludeva, il disastro è arrivato. Gran bel metodo. Possiamo permetterci di essere perlomeno un filo scettici, senza gridare alla congiura degli sismologi? Possiamo permetterci di prestare ascolto alla stragrande maggioranza della comunità scientifica mondiale? Potranno permettersi quelli della protezione civile e della commissione grandi rischi di fregarsene altamente dei suoi studi (finora sbagliati) senza dover «chiedere scusa» a nessuno? Pensare che dieci giorni fa Giuliani pontificava: «Ciò che provoca vittime nei terremoti è il panico. Basterebbe mantenere più sangue freddo». Ecco. Cominci lui. Perdonate l'espressione: ma un sismologo che non sa tenere i piedi per terra, non s'era mai visto.


Giuliani ad Affari: Boschi era in difetto, ha attacato il telefono... di Affaritaliani.it
"Boschi ha riappeso il telefono perché Vespa sapeva la verità, ovvero che era falso quello che avevano armato nei miei confronti". All'indomani di Porta a Porta, che ha visto un confronto poi interrotto con il presidente dell'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia, Giampaolo Giuliani si sfoga a tutto campo con Affaritaliani.it. Il tecnico che aveva previsto il terremoto a L'Aquila afferma: "Ho contestato a Boschi che era falso quello che ha detto il sindaco (di Sulmona, ndr). O lui ha capito male o il sindaco era un bugiardo. Perché io ho detto esattamente il contrario di ciò che lui ha dichiarato".
Ovvero?
"Io ho detto alle 15 e 30 al sindaco che poteva rassicurare tutti perché fino alla mezzanotte non ci sarebbero state scosse, neanche di assestamento. Avrei continuato a monitorare la situazione e se avessi trovato qualcosa di pregiudizievole li avrei chiamati io stesso. Dalle 15 e 30 non li ho più chiamati perché stavo controllando invece la situazione che andava crescendo a L'Aquila, dove ci sarebbe stato il giorno dopo il sisma di quarto grado. Quindi ho detto loro: 'Non vi preoccupate, se dovessi vedere delle anomalie vi richiamo io. Ma rassicurate la popolazione, possono rientrare alle case perché fino alla mezzanotte non ci saranno a Sulmona altri eventi'. Così come è stato. Come si fa da queste parole - 'non ci saranno altri eventi, rassicurate la popolazione' - a dire ci sarà un evento catastrofico?".
E Vespa sapeva come sono andate le cose?
"Vespa la sapeva la verità. E' stato Boschi a mettere giù il telefono".
Perché non voleva il confronto?
"No, perché sono stati smascherati. Qualcuno ha detto al sindaco di denunciarmi per procurato allarme".
Chi è stato?
"E secondo lei chi è stato? Tutti quanti mi hanno telefonato per dirmi 'abbiamo capito come stanno le cose'. Non mi faccia dire altro... Già ho un avviso di garanzia, che sono convinto che dopo la trasmissione di ieri sera sarà ritirato e spero che non sarà nemmeno presentato. Comunque, se la cosa dovesse andare avanti, il mio avvocato li denuncerà per falso, per ricatto, per tutto. Ci sono anche testimoni".
Cioè?
"Un testimone della Commissione Grandi Rischi mi ha confermato che ha ascoltato ciò che avrebbero dovuto fare nei miei confronti. E il mio avvocato tirerà in ballo tutte quelle persone di cui siamo a conoscenza che hanno tirato su questa cosa. Non mi faccia dire cose però che mi si possano...".
Quindi Vespa non ha interroto il confronto?
"No, gli ha riappeso in faccia il telefono, Boschi a Vespa. Così è andata".
E il ministro La Russa (presente in studio)?
"Prima cercava di mantenere un equilibrio tra i ricercatori e me, dopo si è reso conto anche lui, perché non è uno stupido, di come effettivamente stavano le cose".
Quindi il ministro della Difesa è d'accordo con lei?
"Non me lo faccia dire a me, io sono stanco... sono tre giorni che non dormo. Mi hanno telefonato tutti, anche tantissime persone che hanno seguito la trasmissione e mi hanno chiesto scusa a nome loro".
A nome di Boschi?
"A nome di Boschi, di Bertolaso e di tutti quelli che hanno parlato contro di me. Non solo. La Caen di Viareggio è al corrente di tutto, mi hanno supportato fino a quando non sono stati messi in condizione di abbandonarmi perché sapevano che la nostra scoperta era valida".


La Russa: "Giuliani? Tesi da valutare. Ma troppa attenzione mediatica" di Affaritaliani.it
Confronto-scontro a Porta a Porta tra Giampaolo Giuliani, il tecnico che aveva previsto il terremoto in Abruzzo, ed Enzo Boschi, presidente dell'Istituto nazionale di geologia e vulcanologia. Ma nel momento in cui si stava entrando nel merito della questione, Ignazio La Russa, presente in studio, è intervenuto per zittire Bruno Vespa: non è questa la sede per questi confronti, basta, se hanno da dirsi delle cose si parlino tra di loro e poi ci facciano sapere. Affaritaliani.it ha chiesto ad Ignazio La Russa, che tesi si è fatta sull'argomento.
Onorevole, cosa pensa della scoperta di Giuliani?
L'ho detto ieri durante il programma. Per me il siparietto era durato troppo perchè il problema principale non è sapere che futuro avrà la ricerca di Giuliani, che secondo me va però verificata come sempre avviene in questi casi. Il problema principale adesso è il terremoto che c'è stato e che non poteva essere evitato da quelle previsioni e neanche nelle conseguenze. Per cui credo che sia giusto verificarlo (il metodo n.d.r) ma credo che non bisogna mai prendere le cose con arroganza e superficialità. Mi pare invece che gli stiamo dando anche troppa attenzione mediatica





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